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Interessante questo periodo storico dove viviamo con la pesante consapevolezza che il Covid ha in qualche modo attivato un processo di cambiamento nelle nostre abitudini quotidiane consolidate che ancora non ha mostrato neanche la punta di questo iceberg di mutazioni.

Oggi però una cosa sola ci è molto chiara, grazie a non so chi o cosa sappiamo che internet esiste anche in Italia, fino a ieri non ci era chiaro cosa fosse o a cosa servisse, ma oggi si.

Sappiamo che esiste un sistema capillare di fiumi di dati, una rete digitale che si muovono a velocità inconcepibili, non è solo un mostro che viene usato da delinquenti o coppie clandestine per incontrarsi o vendere roba illegale.

Partendo da questa consapevolezza apocalittica anche noi italiani abbiamo capito che acquistare on line non è pericoloso, con un minimo di attenzione e utilizzando sistemi protetti di pagamento anche nel nostro paese esiste l’e-commerce.

A questo punto cosa è successo? Il mondo dei negozi on line è letteralmente impazzito, in maniera frenetica e convulsiva, molte realtà commerciali importanti si sono mosse nel mondo digital in maniera del tutto convenzionale pensando che investendo 100 avrebbero ottenuto 200/300. Si sono  posizionate su un livello di prezzi bassi pensando di sbaragliare la concorrenza, riproponendo le logiche del commercio tradizionale nel mondo della vendita on line.

E’ successo esattamente il contrario, molti rischiano di farsi molto male in un mondo che non perdona, sorretto da regole non convenzionali e assolutamente in continua mutazione come è la caratteristica della galassia internet.

Partiamo a distinguere l’acquisto d’impulso da quello meditato o di routine, questa distinzione delinea varie categorie di clienti in varie situazioni, la rete mette a nudo i nostri limiti esaltando quelle aziende che hanno una strategia digital vincente e un sistema che si adatta velocemente al cliente che in qualche momento atterra sul nostro sito e-commerce.

Il consumatore italiano usa oggi la rete per cercare e acquistare prodotti che non trova in negozi tradizionali, oppure per trovare gli stessi prodotti che si troverebbero nella filiera tradizionale per risparmiare tempo e denaro acquistandoli.

Sicuramente nel periodo del lock down, non potendo uscire di casa, il consumatore ha trovato alternativa d’acquisto di prodotti nel mondo internet, dando impulso alla nascita di piccoli gruppi di avventori mal strutturati che attraverso piattaforme free o siti costruiti ad hoc si sono lanciati in questo mercato.

Nel momento in cui le persone hanno avuto la possibilità di tornare alle vecchie abitudini le vendite sono crollate. Risultato di oggi: davanti ai nostri occhi una distesa di cadaveri digitali.

Nonostante questo, il mondo dell’e-commerce, soprattutto in ambito alimentare, è in crescita, occorre però fare una distinzione netta tra coloro che lo usano per necessità e coloro che ne hanno colto il reale valore.

Credo che la vera svolta al mondo della vendita on line si avrà nel momento in cui riusciremo a rendere il mezzo più semplice possibile da utilizzare, fruibile dal maggior numero di persone senza prescindere però da un presidio fisico sul territorio che per noi italiani era, è e sarà sempre fondamentale.

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