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1)Piccola presentazione Di Maurilio Brini

Sono un creativo, ho fatto il grafico, l’art director, il direttore creativo e adesso mi definisco un allenatore creativo, cioè mi piace accompagnare le persone a cercare la loro unicità per comunicare al meglio.

Il mio proverbio è, l’abito non fa il monaco, ma il monaco lo riconosci dall’ abito, ecco perché è molto importante avere un abito fantastico.

Nella mia esperienza professionale ho lavorato a tanti abiti, ho lavorato per “Urrà” Saiwa ho lavorato per un “cuore di panna” con Algida, sofficini Findus, Nescafè, ho lavorato per Costa Crociere per il glorioso Milan e per tante tante aziende.

Ho sempre cercato di portar fuori il meglio, di capire attentamente cosa fare per un’azienda, cosa fare per un prodotto, cosa fare per una realtà imprenditoriale, la prima cosa è che mi piace veramente il mio lavoro, la seconda che ho avuto la fortuna di conoscere tantissimi imprenditori, mi sono occupato della migration strategy dal verde di Omnitel al rosso di Vodafone, girando il mondo con Megan Gale.

Recentemente tra le altre cose mi sto dedicando al mio cerchio dell’unicità, anche se lavoro in Lorenzo Marini Group, ho l’opportunità di avere lo spazio per lavorare al mio progetto, portar fuori il meglio delle aziende il meglio delle persone, il meglio dei gruppi imprenditoriali.

Il cerchio dell’unicità è una cosa che mi dà un enorme soddisfazione.

2)Com’è cambiato il mio mondo negli ultimi 10 anni?

Il mio mondo è cambiato radicalmente, perché con l’avvento dei social network e con tutto il mondo della rete, ho visto un grandissimo passaggio.

Mi definisco un nativo cartaceo, perché sono cresciuto con la carta e con i pennarelli, ho visto arrivare il computer, ho visto arrivare tantissime tecnologie, la tecnologia ha cambiato completamente il nostro lavoro.

Una cosa a mio parere però questo passaggio l’ha cambiata in peggio, ci ha un po’ impigriti, una volta noi avevamo l’obbligo ti domandarci per chi lavoravamo? Cosa facevamo? dovevamo provare i prodotti, invece adesso la velocità che detta i tempi ristretti, ci impone l’uso abuso della tecnologia.

Prima bisognava comprare libri andare a fare ricerche adesso basta mettere una parola chiave su Google e si trova tutto.

Però come al solito penso che l’essere umano, non ha una via di mezzo e questo è un vero peccato, noi siamo passati da un arretramento tecnologico, a uno sviluppo tecnologico esagerato e affidiamo spesso alla tecnologia quello che invece è la cosa più importante, il pensiero, la riflessione, la domanda, il giusto dubbio.

 

3)Cosa ha cambiato questa pandemia?

Personalmente non pensavo di passare così tanto tempo a parlare davanti a uno schermo con delle persone da Roma, da Savona, da Parma, da Pesaro, da Mantova questo mi ha portato a trovare una dimensione che non pensavo di avere,  una dimensione di contatto molto ma molto allargato, è stato bellissimo.

Per esempio fare questi appuntamenti su zoom dove ci si incontrava si parlava e si condivideva, questa sarà una grandissima lezione per il futuro,  non avremo più bisogno di ritrovarci, in riunioni molto dispersive, molto lunghe e dove dovevamo esserci tutti, adesso le cose possono essere sicuramente più veloci meno costose. Certo, rinunciare al contatto umano, è una grandissima perdita, perché vedere gli occhi di una persona e sentire la voce una dal vivo è totalmente un’altra cosa, rispetto ad affidarla uno schermino un quadratino piccolo sul telefono su un computer.

Forse questa pandemia ci ha portato però una grandissima consapevolezza, pensavamo essere persone invincibili,  pensavamo di poter governare tutto, di poter dominare tutto. Il covid, questa cosa invisibile ci ha dimostrato che non siamo per niente invincibili.

4) Cosa deve fare un’azienda per trovare nella comunicazione una risorsa per ripartire e consolidare la propria immagine da adesso in avanti.

Un saluto a tutti Maurilio Brini

 

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